• assenza di giudizio e di etichette: l’atteggiamento professionale in cui credo è all’insegna della gentilezza, dell’empatia e della delicatezza che mi permette di entrare in punta di piedi nella vita dei pazienti. Ognuno di noi ha la sua storia personale, il suo modo di osservare il mondo, di ragionare, di vivere le emozioni e di relazionarsi con l’altro. Credo che questo bagaglio che il paziente porta con sé non possa essere racchiuso in giudizi ed etichette standardizzati che semplificherebbero e impoverirebbero la sua individualità e complessità a cui desidero dare voce.

• autenticità: la relazione terapeutica si fonda in primo luogo sull’autenticità; il paziente ha la possibilità di condividere liberamente le proprie emozioni e i propri pensieri ma anche il professionista, dal mio punto di vista mai immune dall’investimento emotivo, può farlo in modo consapevole e finalizzato al benessere della persona. Il reciproco scambio umano e la sintonizzazione emotiva sono i pilastri di una relazione che cura. Lo psicologo quindi in quest’ottica, grazie allo studio e alle competenze professionali, si mette in gioco in prima persona e a fianco del paziente lo accompagna nell’esplorazione della sua interiorità.

• trasparenza: per me è importante essere il più chiara possibile nella comunicazione con il paziente accogliendo e chiarificando eventuali dubbi o curiosità su qualsiasi aspetto del percorso psicologico che si vuole intraprendere affinché possa essere protagonista attivo del suo cambiamento.